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Laboratori Nazionali del Gran Sasso |
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I Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) rappresentano un laboratorio unico al mondo anche per l'ambiente in cui si trovano: a 1.400 metri di profondità, nel mezzo del più grande massiccio montuoso dell'Italia centro-meridionale nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso, all'interno di una grande falda acquifera. Ciò ha determinato, in fase di costruzione, la realizzazione di notevoli lavori di captazione, drenaggio e impermeabilizzazione. Più recentemente sono stati eseguiti importanti lavori per il miglioramento della sicurezza e della prevenzione ambientale: la collocazione dei LNGS impone grande attenzione per l'ambiente nello svolgimento delle attività di ricerca. I LNGS possono quindi rappresentare emblematicamente il punto di incontro della ricerca scientifica, motore delle civiltà umana, con la culla della civiltà stessa: l'acqua . Anche per i motivi su esposti, i LNGS si sono dotati di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA), sulla spinta del quale sono stati avviati, fra gli altri, mirati programmi ambientali di tutela delle acque. Dal gennaio 2001 i LNGS hanno adottato un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) conforme alla norma UNI EN ISO 14001, standard internazionale relativo ai sistemi di gestione ambientale. Lo scopo dell'adozione del SGA è quello di raggiungere un miglioramento delle performance ambientali, rispettando i principi fondamentali di gestione, ossia: impegno e politica dell'ambiente, pianificazione degli aspetti ambientali, attuazione e funzionamento, misurazione e valutazione, revisione e miglioramento. L'adozione del SGA ha richiesto l'impegno di tutto il personale. Questo impegno è iniziato dal più alto livello organizzativo, il Direttore, che ha definito la politica ambientale , dichiarazione su intenzioni e principi adottati dai LNGS nei confronti della salvaguardia dell'ambiente nonché schema di riferimento per l'attività e per la definizione di obiettivi e traguardi in campo ambientale. La gestione ambientale delle attività svolte dai LNGS è fondamentalmente basata su: la politica ambientale, divulgata a tutto il personale e diffusa all'esterno; la definizione di programmi ambientali (obiettivi e traguardi); risorse umane, materiali ed economiche; documenti, procedure gestionali, istruzioni operative, registrazioni; sistema di auditing e monitoraggio delle prestazioni ambientali, volto a verificare l'attuazione delle procedure e delle istruzioni riguardanti la salvaguardia ambientale; riesame periodico della Direzione, al fine di verificare l'adeguatezza e l'efficacia di quanto messo in atto. Il 26 giugno 2002, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso sono certificati in accordo alla normativa UNI EN 14001: ( BVQI /UKAS - certificato n. 177884).
PREMIO SPECIALE Dal 2006 è stato introdotto un premio speciale per l'ambiente nell’ambito del concorso “Anch’io scienziato” riservato alle scuole di ogni ordine e grado della regione Abruzzo. Durante l'Open Day dei Laboratori (di norma ultima domenica di maggio) viene premiata la scuola con il progetto più significativo.
PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE Acque I Laboratori sotterranei dei LNGS si trovano sotto il massiccio roccioso centrale del Gran Sasso che ospita un imponente acquifero. Le notevoli portate di acqua rinvenute durante gli scavi dei laboratori sotterranei hanno reso necessari imponenti interventi di drenaggio, canalizzazioni ed impermeabilizzazioni. Le acque così raccolte (circa 100 l/s) sono convogliate dall’ azienda acquedottistica del Ruzzo, insieme alle acque captate all’interno delle gallerie autostradali (più di 600 l/s) nella propria rete di distribuzione che alimenta buona parte del territorio teramano. Una parte rilevante (ca. 100 l/s) delle acque di roccia provenienti dagli stillicidi delle pareti dei laboratori che non hanno le idonee caratteristiche per essere considerate potabili, vengono immesse attraverso punti di raccolta che sono stati numerati, in un secondo circuito idrico sotterraneo, denominato delle “acque di stillicidio” . I punti di raccolta accessibili posti lungo le zone di maggiore transito (galleria TIR e zone limitrofe) sono stati protetti con la realizzazione di bauletti e di cordolature di cemento armato. Già all’epoca della realizzazione dei laboratori sotterranei, le sale sperimentali erano state oggetto di particolare cura nella loro impermeabilizzazione, mediante la stesura di una guaina in PVC, posta al di sotto del massetto in cemento armato, protetta due strati di tessuto non tessuto. La guaina risvolta quindi sopra ad un cordolo perimetrale alto 40 cm e termosaldato ad una guaina che ricopre l'estradosso della pannellatura di cui è rivestita la sala. Negli anni 2004-2005 sono stati eseguiti ulteriori impegnativi lavori di isolamento pavimentale che hanno riguardato sia le sale sperimentali che il tratto principale di galleria TIR e che sono consistiti essenzialmente: nella stesura di una apposita guaina con intercapedine a controllo di vuoto, in un nuovo massetto armato con resinatura superficiale, in un sistema di raccolta, mediante griglie e pozzetti, di eventuali liquidi ed il loro stoccaggio in appositi serbatoi di grossa capacità (300 m3 complessivi). La rete interna delle acque di stillicidio, in corrispondenza di un pozzetto situato nei pressi dell'ingresso dei laboratori, si raccorda ad una tubazione in polietilene (PEAD) che convoglia le acque direttamente all’esterno, in maniera separata rispetto alle acque che percolano attraverso il traforo. Nel suddetto pozzetto l'acqua viene sottoposta ad un monitoraggio continuo tramite una strumentazione analitica che misura il Carbonio Organico Totale (TOC), nonché la conducibilità e pH. In particolare l'analizzatore di TOC ha una sensibilità di 0,5 ppb, in grado quindi di apprezzare la variazione di contenuto organico delle acque di 0,5 µg/l ovvero, alla massima portata, un'eventuale immissione di sostanza di 1 mg/sec. La strumentazione analitica di controllo e monitoraggio delle acque è stata nel corso degli ultimi anni ulteriormente potenziata con l’installazione dei seguenti strumenti: • Cromatografo ionico: Per monitorare in modo completo eventuali: anioni, cationi, metalli (anche tossici), non metalli, metalli di transizione. • Spettrometri di massa:
All'esterno, le acque che arrivano direttamente dai laboratori, passano attraverso un sedimentatore/disoleatore ed un depuratore chimico-fisico per poi immettersi infine, a monte dell’abitato di Casale S. Nicola, nel fosso Gravone che confluisce nel torrente “Mavone” affluente del fiume Vomano. Lo scarico di tutte le acque è regolarmente autorizzato dalla Provincia di Teramo e periodicamente soggetto da parte degli organi preposti (ARTA) a controlli – oltre alle analisi on line interne ed agli altri autocontrolli. All’interno dei laboratori. l'acqua di stillicidio viene impiegata, sfruttando , in modo ottimale dal punto di vista energetico ed ambientale, la sua bassa temperatura (6°C), per il raffreddamento a circuito chiuso sia degli apparati sperimentali che degli ambienti sotterranei, inviandola a scambiatori di calore a piastre in acciaio inox, che garantiscono il più completo disaccoppiamento fisico dei circuiti. L'acqua di stillicidio viene anche utilizzata come scorta idrica per i sistemi antincendio di cui i laboratori risultano ovviamente dotati. Essendo un’attività ambientalmente significativa, particolare attenzione viene riservata alla gestione dei rifiuti prodotti sia nei laboratori sotterranei sia in quelli esterni. I rifiuti speciali prodotti, in massima parte provenienti dalle attività generali e sperimentali o da attività di costruzione, manutenzione e dismissione degli esperimenti o di parte di essi, sono gestiti secondo apposita procedura interna e smaltiti ovviamente secondo le norme di legge e compilando la denuncia annuale (MUD). Il deposito temporaneo rifiuti speciali è posizionato su un piazzale posto sul margine est dell'area dei laboratori esterni; l'edificio (150 m2 per circa 600 m3) è dotato di griglie e bacini di contenimento integrati nella struttura edilizia e delle dotazioni di sicurezza necessarie. In esso vengono normalmente depositati: olii esausti, emulsioni oleose, cartucce di toner esaurite, computer ed apparati elettronici in disuso, resine e siliconi, batterie, reagenti scaduti (organici/inorganici), tubi al neon esauriti, soda, acido cloridrico, chemicals vari, Sul piazzale sono anche presenti 5 cassoni da 25 m3 ciascuno, per la raccolta differenziata di: imballaggi in più materiali, ferro, plastica, legno, carta. per un totale di circa 80 tonn. nel 2008 (50 tonn. nel 2007). All'interno dei vari edifici sono dislocati un numero rilevante (per tipologia e per quantità) di contenitori per la raccolta differenziata; periodicamente tali contenitori vengono svuotati nei cassoni principali. Tutti i rifiuti liquidi sono posti su adeguati bacini di contenimento. Gli impianti tecnologici realizzati per il complesso degli edifici dei LNGS sono stati progettati tenendo conto anche del loro impatto ambientale e nell'intento di minimizzare i consumi energetici. Vengono utilizzati, a tale scopo, sistemi di recupero energetico e impianti a fonte di energia rinnovabile, quali: impianti a pannelli solari per la produzione di acqua calda; sistemi di ottimizzazione dell'energia; utilizzo di recuperatori rotativi; lampioni fotovoltaici. Attualmente l'energia solare viene utilizzata per la produzione di acqua calda sanitaria: a servizio della mensa (bollitore di 1400 litri), per la zona foresteria (bollitore da 450 litri) ed per la biblioteca (bollitore da 1400 litri). Tali sistemi di riscaldamento sono integrati a quelli più tradizionali, che vengono utilizzati nel caso di insufficiente apporto energetico dell'impianto solare (ad es. elevata richiesta energetica). Gli impianti di climatizzazione dei LNGS sono dotati di diversi sistemi e/o accorgimenti per il risparmio energetico. In sintesi: • In inverno viene sfruttato il calore di condensazione fornito dai gruppi frigo (mantenuti in funzione per raffreddare particolari ambienti, come ad esempio il Centro di Calcolo -CED-) per il riscaldamento: “circuito di recupero” . • In inverno viene preriscaldata l'aria di rinnovo degli ambienti raffreddando l'acqua del circuito di refrigerazione: “freecooling” . • In estate si utilizza una Sistema di Accumulo Ghiaccio (S.A.G.) o “banca del ghiaccio” (una vasca contenente acqua glicolata), che rilascia il freddo accumulato di notte durante le ore più calde della giornata. In questo modo si fronteggiano i momenti di punta con una potenzialità dei gruppi frigo più contenuta e si assorbe energia elettrica quando la stessa ha minor costo ed è meno richiesta. I recuperatori di calore permettono di effettuare il giusto ricambio d'aria con l'espulsione dell'aria viziata e immissione dell'aria esterna ad opera dei ventilatori, recuperando nel contempo energia dall'aria viziata prima che questa venga espulsa. Tutte le unità di trattamento aria degli edifici esterni sono dotati di recuperatori rotativi , in cui lo scambio termico avviene per accumulo di calore nel rotore. Presso i LNGS sono stati installati tre lampioni fotovoltaici. Questi lampioni sono un'applicazione di uno studio per la realizzazione di un impianto di illuminazione stradale sperimentale. L'impianto di illuminazione realizzato è composto da un lampione fotovoltaico con potenza 18 W (convenzionale, cioè senza interfaccia radio), uno con potenza 26 W ed uno con potenza 36 W (questi ultimi con interfaccia radio). La scelta delle diverse potenze è legata allo scopo sperimentale dell'impianto. Le principali emissioni in atmosfera dei LNGS provengono dalle centrali termiche per la produzione di acqua calda per riscaldamento. Nell'esercizio degli impianti termici il controllo dello scarico dei fumi è svolto con frequenza doppia rispetto ai valori di legge. La stessa attenzione è rivolta alle attività sperimentali: le pur minime emissioni provenienti da alcuni esperimenti sono censite in modo da poterle tenere sotto controllo, in accordo con il Testo Unico Ambientale (D.Lgs 152/06 e s.m.i., parte V). Il controllo dei gas frigorigeni (freon) contenuti nelle apparecchiature di condizionamento viene effetuato in accordo col DPR n.147 del 15/02/2006, controllandole periodicamente con cercafughe tarati. Le attività sperimentali svolte presso i LNGS possono avere influenza sugli aspetti ambientali dei Laboratori e quindi devono essere condotte adottando sia le regole imposte dalla legislazione ambientale sia seguendo le procedure del SGA. Tutti coloro che si trovano ad operare in una qualunque delle fasi di installazione, conduzione e dismissione di un esperimento devono contribuire alla trasmissione delle informazioni necessarie ad una corretta gestione ambientale del sistema. Sin dalla fase di proposta di un esperimento da sottoporre ai LNGS, le collaborazioni sperimentali devono attenersi alle linee guida contenute nel documento “Rules for proposal at LNGS (solo vers. inglese)”. La Proposta di un esperimento dovrà indicare: le risorse ambientali (energia elettrica e termica, acqua,…) necessarie per ognuna delle fasi dell'esperimento; le emissioni ed interazioni ambientali previste; indicazioni sulle sostanze che saranno impiegate; misure di prevenzione per attenuare/compensare gli impatti negativi sull'ambiente. nominativo di un Referente Ambientale dell'Esperimento (RAE), che garantisca la sua costante presenza presso i Laboratori e che abbia una adeguata conoscenza delle operazioni, dei processi dell'esperimento e delle sostanze utilizzate. Ognuno deve fare la propria parte Nello spirito del rispetto dell'ambiente tutto il personale, i collaboratori delle istituzioni di ricerca internazionali, gli appaltatori, i fornitori, gli ospiti e le altre parti interessate sono chiamata a collaborare attivamente, per quanto di loro competenza, al miglioramento del Sistema di Gestione Ambientale. A questo scopo vengono individuate le specifiche esigenze formative di tutto il personale dei Laboratori per garantirne una adeguata formazione e sensibilizzazione sui principi e l'importanza del SGA, mettendo in evidenza la loro responsabilità nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per quanto riguarda le ditte appaltatrici esiste una specifica procedura il cui scopo è regolamentare il rapporto tra Sistema di Gestione Ambientale e le attività svolte dalle ditte o società esterne: infatti la natura delle forniture, la modalità dello svolgimento delle prestazioni potrebbero influenzare con diverso grado gli aspetti ambientali dei Laboratori. Per quanto riguarda invece i gruppi di visitatori, per essi si provvede ad organizzare brevi incontri introduttivi sul SGA e sull'impegno preso dall'intera struttura nella salvaguardia dell'ambiente, predisponendo eventualmente anche del materiale informativo. Il Sistema di Gestione Ambientale documenta e registra le situazioni di emergenza potenziale, le procedure di risposta, l'addestramento e le relative verifiche che hanno rilevanza ambientale. La documentazione del SGA è articolata in differenti tipologie di supporti, sia cartacei che informatici: • Manuale di Gestione Ambientale (MGA), che raccoglie la quasi totalità della documentazione alla base del SGA dei LNGS; • Procedure Gestionali (PG), che contengono descrizioni dello svolgimento di determinate attività, la descrizione dei ruoli e delle responsabilità; • Istruzioni Operative (IO), che contengono descrizioni dettagliate di determinate attività operative; • Modulistica, (quantitativi di rifiuto speciale prodotti, quantitativi di rifiuto differenziato, rapporto di audit,...), • ISOsoft 14001, supporto informatico adottato dai LNGS per la maggior parte delle procedure gestionali, che consente vari tipi di registrazioni, controllo di scadenze e documentazione delle attività del SGA; • Report di ISOsoft 14001, stampa delle registrazioni effettuate attraverso le schermate del software. |
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