La
struttura dell'esperimento.
Si noti la differente struttura di MACRO fra la parte inferiore
e quella superiore, meglio conosciuta come il Attico; la parte interna dell’Attico
era vuota mentre lateralmente era ospitata l'elettronica. La massa della
zona inferiore di MACRO era di circa 4200 t, principalmente contenitori riempiti
di roccia del Gran Sasso. Il rivelatore è stato costruito e dotato di elettronica
durante gli anni 1988-1995. Ha iniziato ad acquisire dati, anche se incompleto,
nel 1989; è stato completato nel 1995 ed ha continuato a funzionare nella
sua configurazione finale fino al 19 Dicembre 2000. Vale la pena di sottolineare
che per tutti gli obiettivi di fisica e astrofisica contenuti nel Proposal
del 1984 sono stati ottenuti buoni risultati, perfino oltre le più rosee
aspettative.
Il rivelatore
La struttura del rivelatore MACRO era modulare, diviso in sei sezioni conosciute come supermoduli. Ogni parte attiva di un supermodulo aveva le dimensioni di 12.6x12x9.3 m3 e la struttura meccanica e l'elettronica di lettura separate. Gli obiettivi primari nella progettazione dell'esperimento sono stati la ridondanza e la complementarità. Poiché ci si aspettava un esiguo numero di monopoli magnetici, era importante avere segnali multipli e controlli incrociati fra le varie parti dell'apparato. L’esperimento era composto da tre tipi di rivelatori: i contatori a scintillazione, i tubi a streamer e rivelatori plastici. Questi ultimi era stati montati anche nell’Attico.
I contatori a scintillazione
Ogni supermodulo conteneva 77 contatori a scintillazione, divisi su tre piani orizzontali (nella parte inferiore, al centro e in quella superiore) e due verticali (sui lati est ed ovest). Le facce superiori di questi piani sono state lasciate aperte per permettere l'accesso all'elettronica di lettura del segnale. Tutti i piani di scintillazione sono stati riempiti con una miscela di olio minerale di elevata purezza (96,4%) e pseudocumene (3,6%), con l’aggiunta di PPO e di bis-MSB che agivano come shifter. Gli scintillatori orizzontali erano “visti” da due PMTs, mentre quelli verticali da uno solo. I muoni al minimo di ionizzazione quando attraversavano verticalmente un contatore liberavano un'energia media di 34 MeV che veniva misurata con una risoluzione temporale di circa 500 ps. I contatori erano dotati di trigger specifici per le particelle rare, i muoni ed i neutrini da collassi stellari di bassa di energia.
I tubi a streamer
La parte inferiore del rivelatore conteneva dieci piani orizzontali di tubi a streamer, intervallati da sette strati di roccia che agivano da assorbitori. Ogni tubo aveva una sezione di 3x3 cm2 ed una lunghezza di 12 m. Il numero totale di tubi era di 50304 interamente riempiti da una miscela di gas composta di He (73%) e n-pentano (27%). La risoluzione per i tubi a streamer era di circa 1 cm, corrispondenti ad un'accuratezza angolare di circa 0.2 gradi. I tubi a streamer erano letti da schede a 8 canali (un canale per ogni filo) che discriminavano i segnali e trasmettevano le informazioni analogiche (di tempo e carica totale) ad un sistema di ADC/TDC (il QTP). I segnali sono stati usati come trigger per i tubi a streamer per la rivelazione delle particelle. Durante gli 11 anni di funzionamento soltanto 50 fili sono andati persi.
Rivelatori plastici
I rivelatori plastici sono stati disposti su tre piani, orizzontalmente nel centro della sezione più bassa e verticalmente sulle facce est e nord. Il rivelatore è stato diviso in 18126 moduli, che sarebbero potuti essere estratti e sostituiti individualmente. Ogni modulo era composto di tre strati di CR39, tre strati di Lexan e di uno di alluminio dello spessore di 1 millimetro utilizzato come assorbitore (per arrestare i frammenti nucleari).
Il TRD
Era composto da tre diversi moduli (dimensioni generali 6x6x2 m3) ed era formato da radiatori fatti di schiuma di polietilene spessi 10 cm e da contatori proporzionali; ogni contatore era riempito da una miscela di Ar (90%) e di CO2 (10%). Il TRD ha fornito una misura dell'energia dei muoni nella gamma di energia 100 GeV<E<930 GeV. Anche muoni di energie maggiori potevano essere rivelati e contati.
La fisica
1. Monopoli Magnetici e Nucleariti
La ricerca dei monopoli magnetici (MM) era uno degli obiettivi principali del nostro esperimento. I monopoli supermassivi previsti dalle teorie di Grande Unificazione (GUT) delle interazioni elettrodeboli e forti, dovrebbero avere una massa dell'ordine di 1017 GeV. Questi MM potrebbero essere presenti nella radiazione cosmica penetrante e si pensa che abbiano velocità galattiche tipiche, 10-3 c, se intrappolati nella nostra galassia. Il livello di sensibilità di riferimento per la ricerca dei MM è il limite di Parker, che dà il massimo flusso compatibile con i valori del campo magnetico galattico. Questo limite è dell'ordine di 10-15 cm-2 s-1 sr-1 Il nostro esperimento è stato pensato per raggiungere una sensibilità ben al di sotto il limite di Parker, nella gamma di velocità 4 10-5<beta<1. I tre tipi di rivelatori presenti in MACRO hanno una sensibilità molto ampia in beta, con regioni di sovrapposizione; permettono così una rivelazione multipla dello stesso candidato di evento raro. Nessun candidato è stato trovato durante parecchi anni di presa dati in alcun tipo di rivelatore.
I nostri
limiti sono indicati in Fig. 1.1
,
insieme ai limiti dati da altri esperimenti.
Limiti simili si applicano anche ai Nucleariti
fig
1.2 (nucleaflux.jpg)
2. Oscillazione dei neutrini atmosferici
I muoni che vanno dal basso verso l’alto sono identificati usando i tubi a streamer (per il tracciamento) ed lo scintillatore (per la misura di tempo di volo). Un fattore di rigetto di almeno 107 è necessario, ed è stato raggiunto, per separare questi muoni dal background causato dai muoni che vanno verso il basso.
La
Fig. 2.1
mostra un abbozzo delle differenti tipologie di eventi da neutrino analizzate:
muoni verso l’alto, muoni verso l’alto semi contenuti (anche denominato Internal
Upgoing muons, IU), muoni verso l’alto che vengono fermati dal rivelatore (UGS),
muoni verso il basso interni (ID).
La
Fig. 2.2
mostra gli spettri di energia del neutrino muonico genitore per le tre tipologie
di eventi, calcolati con tecnica Monte Carlo (MC). Tutti i campioni di dati
deviano dalle aspettative dei MC; le deviazioni indicano lo stesso scenario
di oscillazione neutrino mu -> neitrino tau.
Si vedano anche le figure
fig.
2.3
fig.
2.4
fig.
2.5
fig.
2.6
fig.
2.7
3. Ricerca di sorgenti astrofisiche di neutrini muonici
Ci si aspetta che neutrini muonici di alta energia provengano da diverse sorgenti galattiche ed estragalattiche. La produzione dei neutrini richiede degli acceleratori astrofisici di particelle cariche e di un certo tipo di assorbitore astrofisico del fascio. I neutrini muonici interagiscono nella roccia sotto MACRO creando muoni che viaggiano verso l’alto. L’eccellente risoluzione angolare del nostro rivelatore ha permesso una ricerca dei muoni verso l’alto prodotti da neutrini muonici che provengono da sorgenti celesti
(vedi
Fig. 3.1)
con un background trascurabile di neutrini atmosferici. Nessun eccesso di eventi è stato
trovato; i limiti superiori sui flussi muonici al 90% c.l. da precise sorgenti
celesti giacciono nell’intervallo 10-15-10-14 cm2 s-1
(Fig. 3.2).
La linea continua MACRO è la nostra sensibilità vs la declinazione. I più grandi
eccessi di eventi corrispondono a GX339-4 ed a Cir X-1. Inoltre abbiamo cercato
(con risultati nulli) la coincidenza temporale fra i nostri muoni upgoing con
i lampi di raggi gamma dati nei cataloghi BATSE 3B e 4B, dall’aprile del 1991
al dicembre del 2000. Per concludere, inoltre abbiamo cercato un flusso diffuso
di neutrini astrofisici per il quale abbiamo stabilito un limite superiore
di 1.5x10-14 s-1
(Fig.
3.3)
4. Ricerca indiretta di WIMPs
Le WIMPs potrebbero
fare parte della materia oscura galattica; le WIMPs potrebbe essere intercettate
da corpi celesti, rallentate e bloccate nei loro interno, dove WIMPs ed anti-WIMPs
potrebbero annichilarsi e creare neutrini muoici che interagiscono nella
roccia sotto la MACRO formando muoni. Le annichilazioni all’interno di questi
corpi celesti produrrebbero neutrini di energia dell’ordine del TeV o del
GeV, molto vicina al valore centrale. Per la Terra il limite, al 90% c.l.,
per il flusso di muoni upgoing varia da 0,8 a 0,5 10-14 cm-2 s-1. Se le WIMPs
sono identificate con quelle di massa più piccola, il neutralino, il limite
di MACRO potrebbe essere usato per dare dei limiti la massa del neutralino,
secondo il modello di Bottino ed altri, vedi la figura. Una procedura simile è stata
seguita per cercare i neutrini muonici dal Sole; il limite superiore è circa
1.5x10-14 cm-2 s-1.
5. Neutrini da collassi stellari
Un collasso gravitazionale (GC) del nucleo di una stella massiccia si pensa produca una grande quantità di tutti i tipi di neutrini ed di antineutrini con energie di 7-30 MeV e con una durata di circa 10 s. Gli antineutrini elettronici possono essere rilevati attraverso il processo beta-inverso nello scintillatore liquido. Circa 100-150 positroni dovrebbero essere rilevati nel nostro scintillatore di 580 t per un collasso gravitazionale al centro della nostra galassia. Abbiamo usato due sistemi per la rilevazione degli antineutrini elettronici da collassi gravitazionali, inoltre era in funzione un sistema di allarme per le supernove, che avvisava immediatamente i fisici in turno. La massa attiva di MACRO era di circa 580 t; la frazione di tempo durante gli ultimi quattro anni è stata di circa il 97.5%. Nessun collasso gravitazionale stellare è stato osservato nella nostra galassia da 1989 alla fine di 2000.
6. Muoni da raggi cosmici
La grande area ed accettanza del nostro rivelatore hanno permesso lo studio su molti aspetti della fisica e dell’astrofisica dei raggi cosmici (CR). Abbiamo registrato circa 6x107 singoli muoni e 3.7 x106 muons multipli. Abbiamo misurato l’intensità dei muoni verticali vs spessore della roccia che fornisce informazioni sul flusso di muoni atmosferici di alta energia e sullo spettro dei CR primari. L’analisi delle tracce ad alta molteplicità fornisce informazioni sulla composizione nel CR primari. Lo studio della funzione di decoerenza
(la
distribuzione della distanza fra due muons in un gruppo di muoni, Fig.
6.1)
fornisce le informazioni sulle caratteristiche delle interazione adroniche
alle alte energie.
Astronomia
muonica.
Nel passato, alcuni esperimenti hanno segnalato eccessi di muoni modulati provenienti
da sorgenti astrofisiche conosciute, ad esempio Cyg X-3. I nostri dati non
indicano eccessi significativi sopra il background, sia per flussi stazionari
che modulati-
(si
veda Fig. 6.2)
Variazioni
stagionali.
I muoni sotterranei sono prodotti dai mesoni che decadono in
volo nell'atmosfera. Il flusso dei muoni è sensibile alla densità atmosferica
ed alla temperatura media. Troviamo le variazioni previste al livello di
circa il 2%
(Fig.
6.3).
Ombra
lunare e solare sui raggi cosmici primari.
La capacità di puntamento di MACRO è stata dimostrata con l’osservazione
delle ombre della Luna (5.5 sigma) e del Sole, che producono uno schermo
ai raggi cosmici
(Fig.
6.4)
Lo spettro delle energie differenziale dei muoni sotterranei è stato misurato
con i tre moduli di TRD. L'energia residua media misurata è 270 e 380 GeV per
i muoni singoli e multipli, rispettivamente
(Fig.
6.5)
7. Ricerca di particelle leggermente ionizzanti
Le particelle a carica frazionaria potrebbero esserci nelle GUT, come i quarks; i valori previsti variano da Q=e/5 a Q=2e/3. Dovrebbero liberare una frazione (Q/e)2 dell'energia depositata da un muone che attraversa un mezzo. Queste particelle leggermente ionizzazione (LIPs) sono state cercate con MACRO usando una coincidenza quadrupla fra i tre strati degli scintillatori e dei tubi a streamer. I limiti superiori per le LIPs, al 90% c.l., sono attualmente di 1.5x1015 cm-2 s-1 sr-1 e dovrebbero essere migliorare presto.