La posizione sotterranea, seppure necessaria, non e' di per se' sufficiente per consentire una rivelazione efficace dei neutrini: questi sono infatti cosi' elusivi che, per avere la speranza di catturarne qualcuno, e' necessario utilizzare dei rivelatori molto grandi e massicci. Il rivelatore usato per GNO e' costituito da una soluzione di cloruro di gallio e acido cloridrico, avente una massa complessiva di 100 tonnellate.
I neutrini solari aventi energia sufficientemente elevata possono interagire
con i nuclei di 71Ga (un isotopo del gallio con massa 71), che costituiscono
circa il 40% del gallio presente nella soluzione. Questa interazione, chiamata
processo beta-inverso, converte il nucleo di gallio che interagisce con il
neutrino in un nucleo di germanio (71Ge): nonostante l'elevata massa
del rivelatore e l'elevato numero dei neutrini che lo attraversano, l'interazione
si verifica meno di una volta al giorno. Poiche' gli atomi di germanio
hanno proprieta' chimiche molto diverse rispetto a quelli di gallio, questi
possono essere separati dal resto della soluzione mediante una delicata procedura
chimica, che prevede un intenso flussaggio di azoto. L'estrazione degli atomi
di germanio dalla soluzione viene ripetuta una volta ogni quattro settimane
circa; con questa tecnica e' possibile estrarre i circa 10-12 atomi di germanio
che sono presenti nella soluzione, disciolti in 1029 atomi di gallio.
E' contando questi atomi di germanio che si puo' risalire al numero di neutrini
che attraversano il rivelatore: tuttavia, il numero di atomi prodotti e' troppo
piccolo per poter essere misurato con le classiche tecniche dell'analisi chimica.
A questo scopo, viene in aiuto il fatto che i nuclei di 71Ge prodotti
dalle interazioni dei neutrini sono radioattivi: dopo un tempo medio di circa
16 giorni, questi decadono spontaneamente (secondo un processo chiamato beta)
e ritornano allo stato originario di 71Ga.
Durante il decadimento del 71Ge vengono emessi anche degli elettroni e dei
raggi x, che sono facilmente rivelabili con le tecniche della fisica nuclare.
Gli atomi di 71Ge estratti dalla soluzione vengono convertiti, attraverso
una complessa procedura chimica, in gas germano, che viene inserito in un rivelatore
di particelle, chiamato contatore proporzionale. In questo modo, e' possibile
contare il numero di atomi di germanio prodotti dalle interazioni dei neutrini
semplicemente contando il numero di decadimenti radioattivi, facilmente rivelabili,
che hanno luogo nel contatore proporzionale.
Il contatore proporzionale, tuttavia, non rivela soltanto i (rari) decadimenti
del 71Ge ai quali siamo interessati, ma anche i segnali prodotti
da altre sorgenti, come ad esempio i decadimenti radioattivi nelle rocce circostanti,
che invece costituiscono soltanto un disturbo alla misura. Poiche', nonostante
la grande schermatura dei Laboratori, questi segnali di disturbo sono piu'
frequenti di quelli del germanio, e' stato necessario sviluppare delle tecniche
che consentissero di distinguere gli uni dagli altri.
Le tecniche che consentono di "filtrare" gli eventi interessanti da quelli
di disturbo sono di grande importanza perche' permettono un conteggio corretto
dei pochi atomi di germanio che vengono prodotti: se eventi di disturbo venissero
interpretati come decadimenti di germanio, il flusso dei neutrini solari determinato
dall'esperimento non sarebbe corretto.
I risultati di GNO:
GNO e' ormai attivo da quattro anni; a questi vanno aggiunti i sei anni di misura del suo predecessore Gallex. I dati ottenuti indicano senza ombra di dubbio che i neutrini solari rivelati sono molti di meno (circa il 55%) rispetto a quanto atteso sulla base dalle teorie: questo "deficit" di neutrini, che e' stato osservato anche da altri esperimenti, e' noto come "problema dei neutrini solari". Le ragioni di questa discrepanza con la teoria possono essere sostanzialmente tre:
- La previsione della teoria e' corretta e tutti gli esperimenti che hanno
rivelato i neutrini solari forniscono, per qualche motivo, dei risultati
scorretti (tutti piu' bassi di quelli "veri");
- I modelli teorici che descrivono il Sole sono scorretti o inadeguati per
prevedere il numero di neutrini che vengono prodotti. Tuttavia questi stessi
modelli consentono di giustificare con precisione impressionante tutte le
altre osservazioni riguardanti il Sole.
- Sia gli esperimenti che le predizioni teoriche sono corrette, ma i neutrini presentano delle proprieta' peculiari, non contemplate negli attuali modelli di fisica delle particelle. Alcuni neutrini, per esempio, potrebbero cambiare il loro sapore (vedi pagina sui neutrini) durante il tragitto fra il Sole e la Terra e non essere piu' rivelabili dai nostri strumenti.
La soluzione attualmente piu' in voga fra la comunita' dei fisici e' la terza. Sono stati ipotizzati diversi meccanismi che consentono di spiegare, in quest'ottica, il deficit osservato dei neutrini solari: quello giudicato piu' naturale e piu' probabile e' quello delle "oscillazioni" di sapore. Il meccanismo delle "oscillazioni di sapore" sembra essere fortemente indicato anche dalle prime misure dell'esperimento canadese SNO.
Il deficit di neutrini osservato da Gallex e da GNO non puo' essere imputato ad errori o difetti nella procedura sperimentale (ipotesi 1). Il rivelatore infatti e' stato calibrato per ben due volte utilizzando una sorgente artificiale capace di produrre neutrini aventi caratteristiche simili a quelle dei neutrini solari: i risultati ottenuti in queste misure sono in perfetto accordo con quelli previsti teoricamente, una volta note le caratteristiche e l'intensita' della sorgente artificiale. Oltre a questa calibrazione diretta, esistono anche altre prove che indicano l'affidabilita' del metodo utilizzato.